La resistenza ai carichi del vento è un parametro molto importante per i serramenti: scopriamo in che cosa consiste e come si sceglie in base alle esigenze più diverse.
Ne parleremo con Mavis srl azienda specializzata nella vendita di serramenti a Udine e provincia.
La resistenza ai carichi del vento delle porte e delle finestre è un valore che indica, come si può facilmente intuire, la capacità che ha un serramento di resistere all’azione del vento. È la normativa UNI EN 12210 a fornire tutti i riferimenti in questo senso: essa, in particolare, definisce la capacità dei serramenti di mantenere le proprie caratteristiche, evitando di subire deformazioni eccessive, anche nel caso in cui siano sottoposti a pressioni o depressioni molto forti. Va precisato, per altro, che la resistenza ai carichi del vento riguarda unicamente porte e finestre non in opera.
Come vengono classificati i serramenti
A seconda della capacità di resistenza ai carichi del vento i serramenti possono essere classificati in 15 classi differenti, comprese tra la lettera A e la lettera C, con un numero da 1 a 5 che corrisponde alle deformazioni. A volte, dopo la lettera può essere presente una E accompagnata dalla pressione reale di prova, valida per i campioni che vengono sottoposti a una prova con carico di vento maggiore rispetto alla classe 5. A, B e C, invece, indicano la massima freccia frontale degli elementi di telaio più deformati. La prova di resistenza al carico di vento viene effettuata sulla base delle prescrizioni contenute nella norma UNI EN 12211, ed è distruttiva. Per citare un esempio pratico e capire meglio la classificazione, un serramento a cui viene attribuita la classe C5 è destinato a subire una deformazione minima pur a fronte di un carico di vento particolarmente elevato.
Come viene definita la resistenza al carico di vento
Le prove P1, P2 e P3 sono i tre test a cui vengono sottoposti i serramenti al fine di attribuire loro la classificazione più idonea. Attraverso la prova P1 viene misurata la deformazione massima del serramento in corrispondenza dei punti più critici, tra cui l’area a mezza altezza del montante centrale, che non di rado subisce depressioni o pressioni consistenti. Con la prova P2, invece, il serramento è sottoposto a cinquanta cicli di pressioni positive e negative, in modo che possa essere valutata la sua resistenza generale. Al termine della prova occorre ripetere la prova di tenuta dell’aria. Infine c’è la prova P3, che permette di verificare se, dopo che è stata applicata una pressione molto forte, il serramento sia pericoloso.
Quando il test si può considerare superato
Si ritiene superato il testo nel caso in cui dopo la prova P3 dal campione non si siano distaccati elementi e se dopo la prova P1 e la prova P2 il campione è privo di difetti e ha uno stato di conservazione buono. È necessario, inoltre, che i valori offerti dalla prova di tenuta all’aria siano al massimo pari al 20% della soglia massima della pressione in riferimento alla classe che è stata definita in precedenza.